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R.A.E.E. ovvero rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche !

Ciao Amici, oggi vorremmo approfondire l’annoso dilemma dei rifiuti tecnologici, della loro Seconda Vita e delle normative del suo smaltimento.

I principali problemi derivanti da questo tipo di rifiuti sono la presenza di sostanze considerate tossiche per l’ambiente e la non biodegradabilità di tali apparecchi.

La crescente diffusione di apparecchi elettronici determina un sempre maggiore rischio di abbandono nell’ambiente o in discariche e termovalorizzatori (inceneritore) con conseguenze di inquinamento del suolo, dell’aria, dell’acqua con ripercussioni sulla salute umana.

Questi prodotti vanno trattati correttamente e destinati al recupero differenziato dei materiali di cui sono composti, come il rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro, argento, oro, piombo, mercurio, evitando così uno spreco di risorse che possono essere riutilizzate per costruire nuove apparecchiature oltre alla sostenibilità ambientale.

Questo tipo di rifiuti è comunemente definito #RAEE ed è regolamentato dalla Direttiva RAEE (o Direttiva #WEEE, da “Waste of electric and electronic equipment”), recepita in Italia dal Decreto “RAEE” direttiva strettamente legata con la Normativa comunitaria RoHS 2002/95/CE.

Classificazione dei RAEE DOMESTICI :

R1 ovvero apparecchi dì refrigerazione, Apparecchi per il condizionamento come definiti dalle disposizioni di attuazione della direttiva 2002/40/CE dell’8 maggio 2002 della Commissione che stabilisce le modalità di applicazione della direttiva 92/75/CEE del Consiglio per quanto riguarda l’etichettatura indicante il consumo di energia dei forni elettrici per uso domestico (1.17 ? in conformità con 151 che lo definiva ?Apparecchi per il condizionamento come definiti dal decreto del Ministro delle attività produttive 2 gennaio 2003?)

R2 ovvero Grandi elettrodomestici,

Lavatrici
Asciugatrici
Lavastoviglie
Apparecchi per la cottura
Stufe elettriche
Piastre riscaldanti elettriche
Boiler, scaldacqua, scaldabagno
Forni a microonde
Altri grandi elettrodomestici utilizzati per la cottura e l’ulteriore trasformazione di alimenti
Apparecchi elettrici di riscaldamento
Radiatori elettrici
Altri grandi elettrodomestici utilizzati per riscaldare stanze, letti e mobili per sedersi
Ventilatori elettrici
Altre apparecchiature per la ventilazione e l’estrazione d’aria

R3 ovvero Televisori e schermi a tubo catodico, LCD o plasma, ecc.

R4 ovvero Computer e apparecchi informatici, telefoni, apparecchi di illuminazione, pannelli fotovoltaici, ecc.

R5 ovvero lampadine a basso consumo, lampade e led, lampade a neon, lampade fluorescenti, ecc.

Il concetto di partenza della normativa è il principio della responsabilità del Produttore, dove per produttori di AEE ai sensi del D.lgs 49/2014 si intende chiunque a prescindere dalla tecnica di vendita utilizzata, il quale paga una tariffa per ogni tipologia di prodotto che si ripercuote nella filiera e serve alla creazione e gestione dei centri di smistamento e smaltimento dei rifiuti stessi.

Tra i diritti del consumatore c’è quello di affidare il rifiuto di un apparecchio elettrico od elettronico direttamente al venditore all’atto dell’acquisto di un prodotto analogo nuovo.

Già dal Giugno 2010, infatti, i venditori di queste apparecchiature sono obbligati al ritiro gratuito del rifiuto ogni qual volta vendono un prodotto nuovo dello stesso tipo, in rapporto “uno contro uno” (per esempio: rifiuto di telefonino contro telefonino nuovo). oggi ampliato addirittura al UNO contro ZERO .

A questo punto apriremmo l’argomento inerente La seconda vita degli apparecchi !

A tal proposito abbiamo intervistato Simone Brunetti responsabile del progetto Second Life progetto nato nel 2015 nelle Marche con il supporto della Regione e di Legambiente. Second Life è un progetto gestito inizialmente dall’azienda Adriatica Green Power, attualmente è portato avanti dalla società CBW, che si occupa di testare i Raee nel suo impianto in provincia di Ancona per valutare la possibilità di effettuare il ricondizionamento.

Gli obbiettivi di dare una seconda vita ai prodotti sono sostanzialmente tre come ci descrive Simone Brunetti :

  • uno di carattere ecologico, perché riusciamo a reimmettere sul mercato molti prodotti che altrimenti verrebbero buttati;
  • un obiettivo etico, perché in questo progetto sono coinvolte anche persone svantaggiate (segnalate da cooperative sociali), a cui viene offerto di imparare il lavoro di riparatore;
  • e infine c’è il risparmio che ottiene il cliente finale, perché il prodotto ricondizionato costa circa un terzo rispetto al nuovo.

In definitiva, cari amici rivenditori, crediamo sia possibile creare del valore aggiunto anche da un oggetto che è chiamato rifiuto .

grazie

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