Ciao, oggi vorrei raccontarvi la mia personalissima opinione su questa nuova tendenza dei governi di voler regolamentare senza cercare di capire perché stiamo sbagliando con le Big Tech .
Regole e paletti Europei alle Big Tech mondiali
Inizio con il chiarire il fatto che, a causa della sottovalutazione di governi e aziende, le Big Tech mondiali in questi anni hanno approfittato della mancanza di regolamenti per crescere e prendere una posizione di monopolio.
Vi allego il link alla circolare 3/E del 23 marzo 2021 ” Imposta sui servizi digitali ” per farvi capire come, dal 2018, la commissione Europea stia lavorando ad una sorta di regolamentazione delle aziende digitali.
Inoltre la così detta Digital tax ha subito una nuova proroga della scadenza e il versamento della web tax italiana slitta al 16 maggio 2021 e si rinvia anche per l’invio della dichiarazione, che passa al 30 giugno.
Allora cerchiamo di riassumere di che si tratta.
Cos’è la Digital Tax, NON applicabile SOLO alle Big Tech
La digital tax, o imposta sui servizi digitali, compare per la prima volta nella legge di Bilancio 2019 ed è stata modificata nella Manovra 2020.
La I.S.D. consiste in un’aliquota del 3% sull’ammontare dei ricavi tassabili realizzati nel corso dell’anno solare e, ovviamente, colpisce tutte le aziende che hanno un introito derivante da teli attività.
Sono soggetti all’imposta tutti coloro che nell’anno solare precedente realizzano, ovunque nel mondo, singolarmente o congiuntamente a livello di gruppo, un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750 milioni di euro.
Inserire un limite di fatturato, anche così alto, è una buona notizia ma apre una serie di dubbi che vi descriverò, anche perchè un’altro requisito è il seguente.
Queste aziende devono percepire nel medesimo periodo, singolarmente o congiuntamente a livello di gruppo, un ammontare di ricavi da servizi digitali non inferiore a 5,5 milioni di euro nel territorio dello Stato.
L’imposta sui servizi digitali si applica ai ricavi derivanti dalla fornitura di una serie di prestazioni come:
- veicolazione su un’interfaccia digitale di pubblicità mirata agli utenti della medesima interfaccia;
- messa a disposizione di un’interfaccia digitale multilaterale che consente agli utenti di essere in contatto e di interagire tra loro, anche al fine di facilitare la fornitura diretta di beni o servizi;
- trasmissione di dati raccolti da utenti e generati dall’utilizzo di un’interfaccia digitale.
Se avete capito, spiegatemi come così intervieni sulle Big Tech come, Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft, etc.
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Perché stiamo sbagliando con le Big Tech, il mio parere
Il mio intento in questo articolo è semplicemente quello di ricordare cosa è successo durante e dopo l’audizione dei CEO dei Big Tech da parte del Congresso Americano nel luglio 2020.
Mark Zuckerberg ad esempio, fu interrogato sul tema delle Fake News e sull’opportunità della sua piattaforma ” Facebook ” di fare un’opera di controllo di quelle più impattanti sulla popolazione.
Rispose con l’assunzione di migliaia di controller ma fece intendere che questa azione, che si può permettere nella sua posizione di leader assoluto, dovesse diventare una legge per tutti e non solo per Facebook.
A mio avviso nella sua risposta c’è tutta la problematica che oggi sta legando le mani ai governi mondiali rispetto alle Big Tech.
Ovviamente non si può fare una legge che obblighi solo gli attuali Big a determinate regole specifiche e soprattutto non sappiamo come si evolverà il mondo Digital in futuro.
Però ci rendiamo conto che oggi i così detti Big Tech possono permettersi di strutturarsi come richiesto, ma le piccole startup che ci assicurerebbero pluralità oggi non possono.
Questo aspetto, da un lato lega le mani delle grandi multinazionali digitali, ma dall’altro le lega al mercato libero.
Lascio a Voi le considerazioni e vi prego di scrivermi le vostre opinioni cliccando QUI.